lunedì 30 gennaio 2017

L'ora legale


Torna il duo siciliano Ficarra & Picone, stavolta alle prese con un tema molto più politico del solito, tra comicità e amarezza, e perfettamente calato nel contesto attuale, siciliano e non.

A Pietrammare, piccolo paese siciliano, il professor Pierpaolo Natoli si candida per le elezioni amministrative a diventare sindaco della città, proponendosi come emblema del cambiamento all'insegna della legalità. Dopo un inizio entusiastico dovuto alla vittoria, si scontrerà ben presto con i suoi concittadini, forse non così pronti ad un cambiamento così radicale. Salvo e Valentino (Ficcara & Picone), suoi parenti, si faranno dapprima promotori e poi detrattori della sua azione politica.

Film molto coraggioso, devo dire. Non tanto per il tema affrontato (un'operazione simile l'aveva fatta un anno prima Checco Zalone, di cui Ficarra & Picone erano per altro co-sceneggiatori), quanto per la sua impronta politica così marcata. Insomma...mi rifiuto di credere che nessuno abbia visto in questo film un manifesto, nel bene o nel male, del MoVimento 5 Stelle. Fa impressione, per altro, vedere un film come questo nel particolare periodo che sta vivendo il Comune di Roma, benchè io creda che questo film tragga ispirazione da realtà più vicine ai due comici.

Considerazioni politiche a parte, l'idea è molto carina ed interessante, che a mio avviso si distingue dall'opera di Zalone proprio per la sua impronta molto più politica. Si prende in giro, è vero, la nostra italianità, ma questa volta se ne parla con l'intento di studiare una via, ammesso che esista, per uscirne. Il finale, almeno secondo me, è abbastanza inatteso.

A rovinare un po' la festa è il comparto tecnico. Il film è veramente molto semplice, a tratti recitato e montato piuttosto maluccio. Bene per Ficarra & Picone, così come qualche comprimario (Leo Gullotta, Antonio Catania), ma il resto del cast è abbastanza deludente, in particolare Vincenzo Amato (il neo sindaco) completamente inespressivo e privo di qualsiasi carisma.

Al di là di tutto, il film è divertente quanto basta, sebbene ad un certo punto la voglia di ridere passi completamente, poichè l'atmosfera gattopardiana che si respira ("Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi") è agghiacciante. Benchè certe situazioni siano state, per ovvi motivi, portate all'eccesso o semplificate, è praticamente impossibile non riconoscersi, almeno come società, nel contesto raccontato, maturando ad un certo punto la convinzione che siamo un paese irrecuperabile.

C'è un po' di tutto: i furbetti del cartellino, l'ignavia delle forze dell'ordine, gli abusivismi, la mafia, il clientelismo, l'ingerenza della Chiesa...tutte quelle piaghe che stanno distruggendo il nostro paese, ma alle quali forse non siamo ancora del tutto pronti a rinunciare.

Alcune scene meritano un applauso. Prima fra tutte la marcia dei forestali in partenza per il loro neo-primo giorno di lavoro, salutati dalle famiglie come un esercito che parte per il fronte.

In conclusione, il film poteva essere curato meglio, ma a mio modo di vedere, seppur con tutti i limiti del caso, arriva come deve arrivare. E questo mi basta.


"Mi avete chiesto il cambiamento. Ma voi siete pronti al cambiamento?"