giovedì 26 gennaio 2017

K-PAX


A volte tra i film passati in sordina ce n’è qualcuno che merita veramente.

Spunta dal nulla nel mezzo della Stazione Centrale di New York e afferma di essere un alieno proveniente dal pianeta K-Pax, entrato nel corpo di un umano. Si tratta di Prott (Kevin Spacey). Naturalmente viene rinchiuso in un manicomio dove verrà preso in cura dal Dr. Powell (Jeff Bridges). Non sarà un caso facile però, poichè Prott risulta essere davvero molto convincente.

Il film si basa tutto sulla continua lotta tra la voglia di credere in qualcosa di diverso e la necessità di affidarsi alla razionalità. Dunque Prott è un vero alieno o solamente un poverino uscito un po' fuori di testa? Difficile da dire, poichè Prott darà prova di entrambe le cose...

Ampliando il discorso in generale, il film affronta due temi principali. La difficoltà di inserimento nella società di chiunque abbia una visione delle cose diversa è, purtroppo, una realtà. Viviamo secondo degli schemi mentali e di vita che definiamo “normali” solo perchè vissuti dalla maggior parte delle persone. Ma cosa è “normale”? Ed è giusto che una persona dalla sensibilità diversa sia automaticamente considerata “anormale” o addirittura da curare?

K-Pax affronta inoltre quello straordinario meccanismo di difesa che attua il cervello umano per nascondere i ricordi più dolorosi, rimuovendoli o trasformandoli, e del modo in cui si ripercuote tutto questo sul nostro essere.

Il film, passato forse un po' inosservato, secondo me è molto carino, dal finale piuttosto aperto e interpretato da due attori che mi piacciono molto.

"Voi umani... Talvolta è difficile capire come abbiate potuto sopravvivere."

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