giovedì 26 gennaio 2017

Kill Bill vol. 1 e 2


Benchè la locandina sia riferita al vol.1 di Kill Bill, il commento che segue è riferito a tutti e due i volumi, che vanno visti come se fossero un unicum, spezzato in due parti per una scelta commerciale della produzione e NON di Tarantino.

Kill Bill è uno degli ultimi esponenti del cinema exploitation, genere che ha avuto il suo boom negli anni '70/'80, e che è andato via via in calando (un altro recente esponente è Grindhouse, guarda caso sempre di Tarantino).

Una donna soprannominata "La sposa" (il nome sarà rivelato solo nel vol.2) ha come obiettivo quello di cercare e uccidere cinque persone, tra cui un certo Bill... Ogni altra spiegazione verrà ricostruita dallo spettatore piano piano, man mano che i pezzi del puzzle verranno messi in scena.

Kill Bill è senza dubbio la summa del cinema di Tarantino. Presenta infatti tutte le caratteristiche tipiche dei suoi film: dialoghi ben scritti e barocchi (ormai detti "tarantiniani"), musiche stupende, decostruzione temporale e divisione in capitoli, cinema di serie B, sequenze anime, omaggi ai filmetti giapponesi anni '70, citazioni, tanto ma tanto "pulp". Il tutto portato all'ennesima potenza.

I due volumi si distinguono molto per il registro, e per questo tutto sommato non ho trovato male l'idea che fossero due film separati. Il vol.1 è molto freddo e improntato all'azione. "La sposa" viene presentata come una macchina da guerra che non ha neanche un nome (anzi ogni volta che viene pronunciato, si sente un BEEEEP di censura...geniale :) ). Il secondo volume invece è nettamente diverso, meno azione e decisamente più "romantico".

Ci sono una marea di scene che meriterebbero di essere citate, per le musiche, per la ripresa, per il dialogo...vedetevelo, è un vero capolavoro!

Nota di merito a tutto il cast, davvero notevole.
"Per chi è considerato guerriero, durante il combattimento l'annientamento del nemico deve essere l'unica preoccupazione. Reprimete qualsiasi emozione o compassione. Uccidete chiunque vi ostacoli, ancorché fosse Dio, o Buddha in persona. Questo è il cuore dell'arte del combattimento."

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