martedì 24 gennaio 2017

American History X


Per essere un’esordiente, Tony Kaye, regista fino ad allora di sole pubblicità, non se la cava affatto male, affrontando un tema tutt’altro che facile, soprattutto negli USA.

Derek, leader di un gruppo di neonazisti, esce di galera, dopo aver scontato una condanna a tre anni per aver ucciso due ragazzi neri che volevano rubare in casa sua.
Uscito di prigione ritroverà tutta la sua famiglia, compreso il fratello minore Danny che sta pericolosamente seguendo le sue orme. Nonostante in prigione abbia avuto modo di ridiscutere tutte le sue folli idee, una volta fuori Derek sarà comunque costretto a fare i conti con gli strascichi del suo violento passato.

Come dicevo, un esordio con il botto. American History X è un film tosto, difficile, che colpisce come un pugno in un occhio.

La sua realizzazione è stata piuttosto travagliata e la sceneggiatura pesantemente rimaneggiata, tra l’altro dallo stesso Norton, al punto che il regista Tony Kaye non voleva neanche comparire nei credits finali.

Andata come sia andata, il risultato è veramente buono.

Il tema trattato è interessante e difficile. American History X parla di (in)tolleranza e di razzismo, quel razzismo che caratterizza molte zone degli USA, soprattutto al Sud. Nonostante sia ormai da secoli una nazione multietnica, le differenze e l’odio razziale sono ancora molto vivi.

Il film è raccontato tramite una decostruzione temporale molto efficacie, e che a me piace molto, alternando fasi a colori e fasi in bianco e nero.

C’è da dire una cosa, però: American History X non sarebbe tale senza Edward Norton. Questo attore, che negli anni ha dimostrato di saper interpretare con efficacia praticamente qualunque ruolo, offre un’interpretazione straordinaria, che gli valse una nomination agli Oscar (purtroppo non vinta). In particolare rende benissimo il contrasto di espressioni e sguardi, alternando nel giro di due ore lo sguardo feroce del violento, a quello da bravo ragazzo ingenuo, a quello di ex detenuto pentito, ecc.

Si potrebbe forse criticare la rapidità con cui il giovane Derek passa dal Lato Chiaro al Lato Oscuro, ma trattandosi di un film di due ore e vista la complessità del tema trattato, glielo perdoniamo.

Vorrei far notare come esista una sensibile differenza tra la versione originale e quella italiana. Se non avete visto il film NON LEGGETE QUANTO SEGUE!

[SPOILER]
A seguito dell’omicidio di Danny, nella versione italiana il film termina con un tramonto. La versione originale riporta una scena in cui Derek si rasa la testa...Un finale decisamente molto più pessimista.
[/SPOILER]

Film assolutamente consigliato, sicuramente uno dei più belli sul tema.

"L'odio è una palla al piede: la vita è troppo breve per passarla sempre arrabbiati, non ne vale la pena.”

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