martedì 24 gennaio 2017

Django Unchained


Ogni volta che esce un nuovo film di Tarantino, se c'è una cosa che odio è la vagonata di gente che pur odiandolo va comunque a vedere i suoi film, credo a questo punto per il puro gusto di poterlo criticare negativamente, perchè in fondo prendere un regista universalmente riconosciuto come un talento e sbertucciarlo un po' (spesso in maniera aprioristica) è evidentemente molto "cool".
A me piace, quindi non rompetemi le palle, se non vi piace guardate altro!

1858, Texas. Il dottor King Schultz (Christoph Waltz), cacciatore di taglie ed ex dentista tedesco, libera dalla schiavitù Django (Jamie Foxx) poichè questo è l'unico in grado di individuare i fratelli Brittle a cui Schultz sta dando la caccia. Con il tempo però tra i due nascerà un'amicizia, che porterà Schultz ad aiutare Django a ritrovare sua moglie, Broomhilda (Kerry Washington), una schiava venduta a Calvin Candie (Leonardo Di Caprio), un latifondista del Mississippi.

Leonardo Di Caprio che recita in un film di Quentin Tarantino. Per me questo era già più che sufficiente per cacciare fuori i miei 8,50 Euro.

Django Unchained è un omaggio (e non un remake) al film Django di Sergio Corbucci del 1966. Non a caso Franco Nero (il protagonista originale) fa una breve comparsata anche in questo di Tarantino, come omaggio.

E così, dopo averci girato attorno per anni, ecco che Tarantino ci propone un western, genere a lui tanto caro, proponendo tra l'altro un argomento tabù per gli americani e che il regista voleva affrontare da tempo: lo schiavismo.
Grande estimatore di Sergio Leone e in generale degli spaghetti western nostrani, era già diverso tempo che il buon Quentin esprimeva la volontà di girarne uno e ormai lo aspettavamo al varco.
Il risultato è un gran bel film. Certamente non il suo migliore, ma comunque un gran bel film. Lo stile è sempre lo stesso: attingere a piene mani al genere b-movie anni 70/80, nei temi, nelle inquadrature (le veloci zoomate su ogni nuovo protagonista che compare sono una perfetta emulazione dello stile di quegli anni), nei personaggi. Le citazioni poi si sprecano.
Come al solito dialoghi molto ben scritti (a mio avviso i dialoghi dei film di Tarantino non hanno eguali) e musiche scelte con molto gusto. Stavolta manca la deframmentazione temporale. Ne risulta quindi un film lineare in modo classico, esattamente come fece con Jackie Brown.

Il cast è spettacolare. Bravo Jamie Foxx nel suo ruolo da novello Sigfrid che fa di tutto per liberare la sua bella Broomhilda. Quasi irriconoscibile Samuel L. Jackson, alla sua quinta collaborazione con il regista. Leonardo Di Caprio bravissimo come al solito. Ormai non ci spendo neanche più parole per questo attore che da anni inanella un ruolo azzeccato dietro l'altro. Quando vincerà un Oscar sarò finalmente un uomo contento (Aggiornamento del 24/1/2017: ora sono un uomo contento!).
Ma veniamo a lui: Christoph Waltz. Questo austriaco fino a poco tempo fa semi-sconosciuto è un vero mattatore. Venuto alla ribalta per la sua splendida interpretazione (vinse un Oscar) di Hans Landa in Bastardi Senza Gloria, in questo secondo film spadroneggia alla grande. In effetti si potrebbe dire quasi che gran parte del fascino di questo film ruota attorno a Schultz, al punto che quando non è in scena si ha la sensazione che il film abbia un calo. Forse l'aver riproposto un personaggio cosi somigliante al precedente potrebbe essere un po' un'arma a doppio taglio, perchè all'uscita del cinema la sensazione è stata quella di aver assistito a Bastardi Senza Gloria 2. In effetti poi, indagando un po', vengo a sapere che con Bastardi Senza Gloria si è aperta una nuova trilogia, di cui questo Django è il secondo film.

Sia come sia il film merita. Non è certamente il migliore di Tarantino, ma rimane comunque una spanna sopra alla media di tutto ciò che il cinema propone annualmente.
E Tarantino si conferma ancora una volta un grande regista, capace dopo quasi vent'anni di attività di non deludere.

Curiosità:
[SPOILER]
Nella scena in cui Candie sbatte i pugni sul tavolo, dopo aver scoperto le vere intenzioni di Django e Schultz, si ritrova con le mani sporche di sangue. Di Caprio nell'impeto della recitazione si è realmente ferito rompendo un bicchiere, ma preso dalla parte ha continuato a recitare. Tarantino ha girato un'altra versione della stessa scena con Di Caprio con la mano bendata, ma per omaggiare la straordinaria performance dell'attore, alla fine ha tenuto la prima versione.
Tanto di cappello a Leo.
[/SPOILER]

"Mi piace come muori."

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