mercoledì 25 gennaio 2017

Full Metal Jacket


Grande film di Stanley Kubrik, apparentemente sul Vietnam, ma soprattutto antimilitarista, che prende di mira, tramite l'eccesso, il fanatismo dei marines americani.

Il film si potrebbe dividere in due atti, in maniera abbastanza netta. Nella prima parte viene raccontata la fase di addestramento di alcuni ragazzi che partecipano ad un corso di otto mesi per diventare dei marines. Il Sergente Maggiore Hartman seguirà l’addestramento in modo piuttosto duro.
Nella seconda parte invece si racconta uno spaccato di guerra sul campo. Il soldato “Joker” esce dal campo di addestramento e viene arruolato come giornalista per la rivista militare. Gli verrà chiesto di seguire i suoi compagni per scrivere la cronaca di ciò che succede.

Kubrick scende sul terreno di guerra e lo fa per descrivere la guerra e deridere i suoi protagonisti e il loro assurdo linguaggio. Gli uomini vengono disumanizzati e trasformati in macchine non pensanti, ma solo addestrati ad eseguire ordini, per combattere la nemesi americana del XX secolo: il comunismo.

Sono stati girati molti film sul Vietnam, alcuni anche molto pregevoli (Apocalypse Now, Platoon, Vittime di guerra, ecc.), ma nessuno secondo me raggiunge le vette di Full Metal Jacket, poco concentrato sulla descrizione, ma molto concentrato sulla critica.

Per la prima mezzora vi scapperà più di una risata: il sergente addestratore è una macchietta. La sua rudezza e la sua inflessibilità sono portati all’eccesso fino a diventare quasi comici, al punto da confodere le idee allo spettatore (“Ma parlano sul serio, o è un film comico?”).
Poi, però, non si ride più.

Curiosità: l'attore che interpreta il famoso Sergente Hartman era un vero addestratore dei marines, chiamato da Kubrik come consulente. Nel vedere un video in cui questo insulta i suoi allievi, Kubrik si è talmente divertito che gli ha chiesto non solo di interpretare lui stesso quel ruolo, ma di scriversi anche i dialoghi da solo!

"I morti sanno soltanto una cosa: che è meglio essere vivi."

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