mercoledì 25 gennaio 2017

Dune


Dune è forse una delle più grandi occasioni mancate del genere fantascientifico.


Siamo nell’anno 10191. Le vicende e le rivalità di tre enormi e potenti casate, gli Atreides, i Corrino e gli Harkonnen, ruotano attorno al pianeta Arrakis (o Dune), un pianeta desertico e sabbioso, ma ricco di una risorsa fondamentale, il melange (o spezia), sostanza in grado di allungare la vita, di amplificare le percezioni umane e di annullare lo spazio, rendendo possibile i viaggi interplanetari.


Dune è tratto dall’omonimo romanzo di Frank Herbert, parte di sei romanzi che prendono complessivamente il titolo di “Ciclo di Dune”.
Come spesso accade quando si cerca di portare sullo schermo racconti pieni di personaggi, lotte, rivalità e quant’altro, le due/tre ore disponibili sulla pellicola non sono sufficienti. Se a questo aggiungiamo una produzione che sta con le cesoie in mano pronta a tagliare tutto pur di non trattenere il pubblico per troppo tempo sulla poltrona del cinema, ecco là servito un film potenziale capolavoro, ma che a conti fatti si rivela semi-incomprensibile ai più. E a poco servono i tentativi di dare spiegazioni tramite narratori o dando voce ai pensieri dei protagonisti.


A mio avviso Dune si sarebbe prestato più ad una serie Tv, ma tant’è...


Tuttavia qualcosa di buono rimane comunque, tanto da rendere questo film comunque un cult.


Dal punto di vista visivo non riesce ad essere pari a Star Wars (suo collega di genere), ma offre comunque delle immagini notevoli, soprattutto quando entrano in scena i famosi vermoni costruiti dal nostro Carlo Rambaldi. Anche il look è molto affascinante, un mix gotico squallido che dà l’idea di un mondo futuro, ma allo stesso tempo decadente e malato, perso completamente tra rivalità millenarie e battaglie di cui non si conosce neanche più l’origine.


La storia ricorda tristemente la nostra realtà odierna: tutti in guerra per recuperare una risorsa “necessaria”, anche a costo di fare fuori le popolazioni locali. Notevole il fatto che anche in Dune il potere è detenuto principalmente da una gilda di mercanti, benchè di facciata regnino dei sovrani. Insomma è l’economia che comanda su tutti, persino sui regnanti. Tutto questo mi ricorda qualcosa.


L’atmosfera inoltre vede la mano di Lynch, un po’ surreale, un po’ onirica, un po’ visionaria, così come solo questo regista è in grado di fare.


Curiosità: da Dune è stato tratto un famoso videogame omonimo che segnò il vero inizio degli strategici in tempo reale (RTS), uno dei generi più prolifici e amati. E al cui fascino il sottoscritto non si è mai sottratto!

"Chi controlla la spezia, controlla l’universo!"

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