mercoledì 25 gennaio 2017

Ghostbusters


In che genere lo vogliamo catalogare questo capolavoro di Ivan Reitman? Horror? Commedia? Fantascienza? Ghostbusters è una delle tante dimostrazioni che il cinema anni ‘80 non ha rivali.

Peter Venkman, Raymond Stantz e Egon Spengler sono tre amici, scienziati che lavorano presso l’Università e sono appassionati di paranormale. Cacciati per scarsa serietà nel lavoro, vengono chiamati dalla Biblioteca dove pare che si sia materializzato un ectoplasma. L’incontro sarà lo spunto per mettere su un’agenzia di “Acchiappafantasmi” con l’obbiettivo di ripulire New York dai fantasmi.

E’ veramente difficile riuscire a parlare di Ghostbusters con oggettività. Tanto per cominciare si tratta di un film del 1984, quindi appartiene alla mia infanzia e, come tutti i film di allora, l’impronta che ha lasciato dentro di me va ben più oltre che il valore del film in sè.

Come se non bastasse nel corso degli anni si è ritagliato un posto nell’Olimpo dei cult, circondandosi di sequel, trasposizioni animate, gadget, fumetti, divenendo di fatto intoccabile. Scene da antologia, improbabili e altisonanti paroloni (“vapore a erranza di quinta classe”, “dispositivo di stoccaggio”, “residuo ectoplasmatico”....), la colonna sonora, il logo...tutto di Ghostbusters ha fatto il giro del mondo almeno una ventina di volte.

Sapiente mix di fantascienza, horror e commedia, con netta prevalenza di quest’ultima, il film scorre in un attimo, tra personaggi ottimamente caratterizzati e interpretati, effetti speciali di tutto rispetto per l’epoca e in generale una linea narrativa davvero divertente.

Curiosità: Il ruolo che è andato assegnato a Bill Murray era stato inizialmente scritto per John Belushi, morto prematuramente.

Se non avete mai visto Ghostbusters siete colpevoli e vi consiglio di rimediare quanto prima al misfatto!

"Gozer il gozeriano? Buonasera!"

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